La vita ci ha messo alla prova e voleva farci dimenticare la magia che sta dietro ogni cosa. Ma noi l’abbiamo trovata proprio lì, e abbiamo capito che ce ne serve tanta.

 

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La Campagna è terminata

 

Eva è stata ricoverata nel reparto di Pediatria di Padova tra maggio e luglio del 2021, dopo alcune settimane trascorse in un altro ospedale. È stata colpita da un’infezione all’anca sinistra, causata da un batterio piuttosto comune, ma che ha avuto degli effetti piuttosto gravi. Eva era tormentata costantemente da fortissimi dolori e febbre molto alta. Ad un certo punto non camminava più. Siamo arrivate a Padova, dopo il trasferimento, molto provate e spaventate, poiché al nostro arrivo la situazione della malattia non era ancora del tutto chiara. In poco tempo i medici dell’equipe pediatrica di reumatologia, in collaborazione con ortopedia, hanno preso il totale controllo della situazione e trovato la cura che ha permesso ad Eva di combattere la malattia e tornare a camminare. Mentre le giornate in reparto si susseguivano tra terapie, esami e sofferenze, la nostra famiglia era nel frattempo in una situazione molto difficile. Eva ha due fratelli, che all’epoca avevano 6 e 11 anni, i quali hanno vissuto un trauma notevole, dovuto all’improvvisa e prolungata assenza da casa della mamma e della sorella. Il papà ha dovuto modificare orari e tempi di lavoro per trascorrere più tempo a casa e occuparsi dei bambini, quando invece il suo lavoro lo porta normalmente a trascorrere fuori casa la maggior parte del suo tempo. Nel 2021, a causa delle regole anti-covid, non era permesso ai genitori darsi il cambio con facilità nell’assistenza ai figli ricoverati, senza contare che mia figlia, nel periodo di maggiore sofferenza, non desiderava altri che la mamma accanto a lei. Per una madre è devastante dover vivere lontano dai figli per lunghi periodi, soprattutto in situazioni di dolore e malattia, in cui tutto salta per aria, gli equilibri svaniscono, la forza sembra abbandonarti e ti senti il cuore lacerato. 

 

 

Ma veniamo alla parte più dolce: pian piano, mentre la cura sortiva i suoi effetti, ed Eva iniziava a stare un po’ meglio, abbiamo iniziato a frequentare la saletta del Gioco e Benessere, in cui i volontari mettevano a disposizione dei bambini tempo, giochi, sorrisi, leggerezza… Tutto quello che serve ai bimbi per sentirsi tali. In un ambiente, quello del reparto ospedaliero, dove i bambini e le mamme vivono fuori dalla realtà, con le giornate scandite solo da cure e terapie, i volontari dell’Associazione Gioco e Benessere sono una finestra sul mondo reale, e permettono ai bambini di essere bambini, di ricordare loro che non sono solo dei pazienti, ma che possono ancora giocare, ridere, fare amicizia ed esperienze in compagnia dei coetanei. Per me ed Eva, la presenza dei volontari di Gioco e Benessere era una luce nelle giornate, un volto amico, una compagnia, un collegamento con la vita “fuori”, con quello che Eva faceva normalmente nelle sue giornate, ovvero… Giocare! 

 

 

Una volta dimesse dall’ospedale non abbiamo mai dimenticato il bene che abbiamo ricevuto, sia ovviamente dall’equipe medica, che ancora segue Eva con tanta dedizione e professionalità e a cui dobbiamo tutto, sia dai volontari dell’Associazione Gioco e Benessere, con cui siamo attualmente in contatto e che ci impegniamo a sostenere in molti modi diversi: attraverso raccolte di giochi e materiale ludico/didattico, attraverso la donazione di libri grazie alla mia attività di Partner Usborne che mi permette di fare moltissimo, ed ora anche attraverso donazioni dirette grazie al progetto Play Therapy in cui siamo direttamente, e con immenso piacere, coinvolte. 

Campagna creata  da Francesca Giusti per Gioco Benessere in Pediatria